Per il Natale in Vaticano un presepe in legno da boschi certificati PEFC

Per la prima volta in Piazza San Pietro un presepe completamente in legno, realizzato da artigiani della Carnia (UD) con legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile colpite dalla foresta Vaia del 2018.

Per il Natale in Vaticano un presepe in legno da boschi certificati PEFC

5 dicembre 2022 Attualità

Di Luca Rossi   

È stato inaugurato sabato 3 dicembre il presepe che abiterà Piazza San Pietro nel cuore di Roma fino all’Epifania. Realizzate a Sutrio, in Carnia (UD), da artigiani e artisti attivi da decenni sul territorio, la struttura e le statue sono in legno di larice e di cedro di boschi parte del Friuli Venezia Giulia e parte d’oltralpe (Austria) certificati PEFC per la Gestione Forestale Sostenibile. Nel 2018 queste foreste hanno subito la furia della tempesta Vaia, e il legno salvato dai fusti sradicati ha cercato in questi anni strade di riqualificazione e di rivalorizzazione, con l’obiettivo di evitarne lo spreco, il deprezzamento, e il deperimento in bosco con conseguente rischio di invasione di Bostrico. 

Ecco allora che una strada si è materializzata nel 2020 nella disponibilità del Comune di Sutrio, forte della sua tradizione dell’artigianato del legno, ad offrire il presepe da inserire all’interno del colonnato del Bernini che il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano accolse ben volentieri. In questi due anni quindi, undici scultori del legno da tutta la regione Friuli Venezia Giulia hanno lavorato all’intaglio del presepe: Stefano Comelli (direttore artistico del progetto), Padre Gianni Bordin, Andrea Caisutti, Corrado Clerici, Paolo Figar, Arianna Gasperina, Isaia Moro, Martha Muser, Hermann Plozzer, Renato Puntel, e l’artista ucraino Oleksander Shteyninher.

Il legname per la realizzazione della struttura della grotta e dell'impalcato è stata selezionata e fornita dall’azienda Legnolandia s.r.l. di Forni di Sopra (UD), certificata PEFC che ha aderito al circuito di Filiera Solidale PEFC Vaia 2018, fornendo assi, tavole, e lamellari per un totale di 24 metri cubi per la realizzazione dei 116 metri quadrati della base su cui poggiano le 18 statue e la grotta, che con un’altezza di 5,65 metri ne ricopre circa 41, per un peso complessivo dell’intera realizzazione di 16,8 tonnellate.

Illuminate con 50 punti luce da un progetto di light design del croato Dean Skira, le statue sono di dimensione realistica e rappresentano sia il nucleo classico della Sacra Famiglia, con Gesù bambino in fasce nella mangiatoia, Maria raffigurata in ginocchio, Giuseppe in piedi, il bue e l’asinello, sia i personaggi che vengono a fare visita al neonato e che richiamano la tradizione del territorio di origine del legno che li compone: il falegname, riferimento ai tanti artigiani che nelle Alpi Carniche hanno fatto del lavoro del legno la loro vocazione; la tessitrice, simbolo del lavoro femminile di molte donne della Carnia, che con una cassettiera in legno si spostavano di villaggio in villaggio per vendere i prodotti artigianali delle loro comunità; la pastora, immancabile. Sopra la Natività, sulla cupola della grotta ad un’altezza di circa 7 metri, il messaggero biblico per antonomasia, l’Angelo Gabriele.

Con il sostegno al progetto da parte della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e di PromoTurismoFVG, in intesa con l’Arcidiocesi di Udine, il piccolo borgo di montagna di Sutrio, anche conosciuto come il “paese dei marangons” (falegname in lingua veneta), ha saputo con maestria adornare la piazza del Vaticano con un presepe realizzato, per la prima volta, completamente in legno, e con un particolare riguardo all’ambiente grazie alla scelta di legno certificato proveniente da foreste messe alla prova da eventi climatici estremi.

Di seguito il link al sito ufficiale con tutti i dettagli sul presepe e le storie degli artisti e dei personaggi scolpiti: https://presepesutrio.it/il-presepe/.


Legname di Guerra

Leggi i chiarimenti e le FAQ emesse dal PEFC Internazionale a seguito dell'annuncio che tutto il legname proveniente dalla Russia e dalla Bielorussia è considerato "legname di guerra"

Referenti PEFC

Luca Rossi

Redazione Eco delle Foreste